Euritmia, il movimento che parte dal cuore.
Dall’incontro di diverse forme d’arte, una disciplina che esprime il nostro IO più profondo attraverso il movimento: Heike Cantori Wallbaum ci porta alla scoperta dell’euritmia.
Dal greco εὖ «bene» e ῥυϑμός «ritmo», potremmo tradurre il termine euritmia come ritmo che fa bene e, per estensione, come movimento armonioso. Ritmo, armonia, equilibrio, movimento sono del resto i vocaboli che meglio si addicono a questa disciplina fondata su una profonda connessione dell’uomo con le diverse parti che lo formano – il corpo con l’anima, la testa con il cuore – ricomponendo quella globalità che caratterizza ciascun individuo. Ne abbiamo parlato con Heike Cantori Wallbaum, che l’euritmia non si limita a insegnarla, ma la vive sin da quando aveva appena 4 anni.
Come ha incontrato l’euritmia?
Ricordo benissimo quando mia mamma mi portava da un’anziana signora, sempre vestita di bianco, che suonava anche il pianoforte, e ricordo ancora le filastrocche imparate in quegli anni. Frequentando la scuola Waldorf, nell’ultimo anno di liceo ho scritto la mia tesi sulla vita di Goethe e ho messo in scena quattro sue poesie significative. Ma è stato soprattutto assistere agli spettacoli di euritmia, che si tenevano anche al Teatro dell’Opera di Stoccarda, sotto la direzione artistica di Else Klink – poi divenuta la mia maestra – che sono stata conquistata al punto da voler dedicare la mia vita
a questa disciplina.