L’euritmia per la scena
Perché l’euritmia artistica
L’euritmia è un’arte che esprime la parola (e la musica) sul palco mediante il movimento, manifestando una natura fortemente teatrale. Questa disciplina lavora sulle forze vitali, che abbiamo in comune con gli animali e con il mondo vegetale, un’energia invisibile che non si può cogliere con gli occhi, ma solo percepire. Il corpo a sua volta non finisce con la pelle: avvicinandoci troppo a un’altra persona oltrepassiamo una sorta di barriera ed entriamo nella sua sfera. Ecco perché in euritmia non è necessario il contatto fisico: se ne stabilisce uno di tipo diverso, collocato su un piano più elevato. Tutto questo è fondamentale in un contesto teatrale.
L’obiettivo dell’euritmia è allargarsi con tutta la persona nelle quattro direzioni del movimento, come un attore d’esperienza riesce a fare quando, solamente muovendo un mignolo, riesce a raggiungere il fondo della platea. Questo gli è possibile perché sa espandersi nello spazio, mentre chi è alle prime armi magari gesticola senza sosta senza trasmettere nulla agli spettatori. Questa è una consapevolezza che solo l’euritmia porta, e in questo senso credo rappresenti un grandissimo aiuto per gli attori, in primo luogo per conquistare la percezione dello spazio da un altro punto di vista, cioè nella logica centro/periferia; in secondo luogo, nel creare nel gruppo delle forme geometriche mute, in cui ciascuno deve trovare autonomamente il punto di inizio e quello conclusivo.